Pusiano

Pusiano

Giovanni Segantini

                     

 

Giovanni Segantini nacque ad Arco nel 1858.

Dopo la morte della madre, avvenuta quando aveva sette anni, il padre lo portò a Milano. La sua vita avrebbe preso una piega diversa se la sorellastra Irene non avesse annullato la cittadinanza austriaca senza fare richiesta per ottenere quella italiana. La sua condizione di apolide graverà sulla sua famiglia anche dopo la morte. 

A Milano dipinse opere come "Il coro di Sant'Antonio", tela che suscitò grande scalpore al punto da attirare l'attenzione dei fratelli Grubicy, mercanti d'arte e suoi futuri mecenati.

All'accademia di Brera incontrò Carlo Bugatti, membro di un'antica famiglia di artisti milanesi. In casa Bugatti conobbe Luigia detta Bice che sarà sua compagna per la vita.

Nel 1880 i due si trasferirono in Brianza, luogo di profonda pace e intimità con la natura circostante. Vissero prima a Pusiano dove nacque il primo figlio e poi a Carella (Eupilio).

Le prime tele realizzate in questo periodo sono piccole e con colori terrosi, come se l'artista temesse che il colore potesse disturbare il senso di intimo raccoglimento del quadro. I primi soggetti furono nature morte, animali e ritratti di gente comune; successivamente iniziò a dipingere i contadini mentre svolgevano le loro attività rendendo un'idea di tranquillità, di idillio. Egli rappresentava nell'uomo la fatica e il legame con la terra e la natura utilizzando gli stessi toni di colore; il paesaggio acquistava sempre più importanza rispetto alle figure umane, spesso dipinte di schiena.

Nei suoi paesaggi prevale il clima della Brianza con le sue nebbie e le sue foschie; i laghi sono quelli di Pusiano, di Annone e del Segrino, le atmosfere serali in particolare diventano paesaggi dell'anima.

Opere di questo periodo sono "Ave Maria a trasbordo" dipinta sul lago di Pusiano, "La benedizione delle pecore", "A messa prima", "Alla stanga" dipinto quest'ultimo di grandi dimensioni in cui l'artista conferisce profondità al paesaggio grazie alla maestria con cui maneggia l'incidenza della luce.

Sempre a caccia della luce, Segantini si trasferì con la famiglia a Savognino in Svizzera, dove sperimentò e perfezionò la tecnica divisionista con l'utilizzo di colori il più possibile puri per rendere al massimo la luce. Si riducono i forti chiaroscuri, le linee che delimitano gli oggetti per darne volume e i colori propri dei singoli oggetti. Nei suoi dipinti la percezione visiva del reale, nonostante i contorni mai netti, è tale per l'utilizzo di colori che, colpiti dalla luce appaiono vivi, spesso cangianti. In questo periodo dipinge la seconda versione dell' "Ave Maria a trasbordo", considerata l'emblema del divisionismo, dove l'immensa luminosità del cielo è emblema dell'uso sapiente dei colori.

Come se la luce di Savognino non bastasse per le opere che Segantini intendeva dipingere, si trasferì con la famiglia a Maloja.

In Engadina concepì un trittico per l'Esposizione Universale di Parigi del 1900 in cui racchiuse tutta la bellezza di questa regione. Così sono nati i capolavori "La vita", "La natura" e "La morte". 

Non riuscì a portarli a termine perchè morì di peritonite nel 1899, a soli 41 anni.

La sua arte non conosce confini e ha ammiratori in tutto il mondo.

 

Cliccate su questo link    segantinipusiano.com    per trovare tutte le notizie e gli approfondimenti che l'Associazione Culturale Promoterre, il Comune e la Biblioteca di Pusiano hanno dedicato a questo grandissimo artista.

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SAGGI E OPERE SU GIOVANNI SEGANTINI